Religione nel curriculum: sì o no

Religione sul curriculum vitae

Inserire o no il proprio credo religioso sul curriculum? Quanto è importante rendere pubblica la propria religione quando ci si candida per un lavoro? Se la religione vada inserita o meno su un cv è una questione poco dibattuta in Italia: la maggior parte dei recruiter, dei datori di lavoro e di chi si occupa di selezione del personale tratta questo come uno dei più importanti dati sensibili e come tale si consiglia sempre di non aggiungerlo. Il proprio credo religioso va trattato con estrema delicatezza e la scelta se inserirlo o meno sul cv va ponderata con attenzione.

Inserire la religione sul cv: i pro

Le proprie credenze religiose sono un fatto personale che però possono essere inserite nel cv per dimostrare apertura totale e nessun problema a condividere informazioni più specifiche sulla propria vita. Aggiungere la religione sul cv non influisce sull'esito della selezione ma potrebbero esserci delle situazioni per cui mostrare un po' della propria vita privata potrebbe aiutare. Pensiamo a una posizione lavorativa come responsabile di un'associazione di volontariato: in questo caso, inserire la propria appartenenza religiosa potrebbe indirizzare il recruiter verso la scelta più appropriata.

Inserire la religione sul cv: i contro

Quando una posizione di lavoro viene aperta, i recruiter o il datore di lavoro iniziano a ricevere un numero incredibile di candidature. Per scremare e trovare le migliori, la selezione diventa quasi meccanica e scientifica per cui i primi ad essere scartati sono quasi sempre quelli che hanno presentato un cv troppo ridondante o pieno di informazioni irrilevanti ai fini del lavoro. Un potenziale datore di lavoro non ha bisogno di sapere se sei religioso, ateo, agnostico, se buddista, cattolico, musulmano: l'unica cosa che deve sapere sono informazioni sulle tue esperienze e la tua professionalità per valutare la tua candidatura.

La discriminazione religiosa sul lavoro è vietata dalla legge

A vietare la discriminazione religiosa sul lavoro è in primis la Convenzione europea dei diritti dell’uomo che è stata poi recepita da varie sentenze e leggi a livello nazionale. La discriminazione è vietata non solo una volta che un candidato è stato assunto ma anche durante le fasi di selezione: esattamente come per quel che riguarda le discriminazioni di genere, anche nel caso dell'appartenenza religiosa è vietato pubblicare annunci in cui sia specificato che non saranno prese in considerazione delle candidature provenienti da soggetti che seguono una determinata religione.

Come decidere se inserire la propria religione sul cv?

Alla luce di quanto sopra, la domanda da porsi è sempre la seguente: è rilevante per un datore di lavoro sapere che religione seguo, ai fini della mia candidatura? Potrei essere discriminato per questa scelta, in base alla mia situazione personale? Ricordiamo che la legge italiana non permette che siano tenuti in conto, quando si valuta un candidato per una determinata posizione lavorativa, razza, età, stato civile e anche religione. Va però aggiunto che allo stato attuale non è possibile prevenire episodi di discriminazione religiosa in fase di selezione. Se infatti a rigor di logica un datore di lavoro dovrebbe assumere sempre e soltanto in base alle capacità e alle esperienze, non è detto che non lo faccia anche in base a favoritismi personali o a scelte del tutto soggettive.

Esistono dei casi in cui è necessario inserire la religione sul curriculum?

Ci sono delle situazioni che potrebbero richiedere che venga specificato se si appartiene a una determinata religione o meno. Se si seguono dei dettami religiosi particolari, che implicano che ci si fermi a determinati orari o che non si facciano determinate cose in specifici periodi dell'anno, è bene farlo presente perché si tratta di elementi fondamentali che possono avere un impatto importante in azienda. Omettere questa informazione potrebbe essere considerato come mentire e come tale potrebbe mettere il candidato in cattiva luce. E' bene però non inserire questa informazione sul cv ma parlarne a voce durante il colloquio conoscitivo, così da poter spiegare direttamente tutte le implicazioni della propria scelta e articolarle correttamente.

La religione sul cv da inviare all'estero

Se si decide di inviare il proprio cv all'estero, la religione va omessa in quanto questo è considerato un dato completamente irrilevante ai fini della selezione. Ciò che va sottolineato è il possesso dei requisiti richiesti in termini di competenze ed esperienze, e niente altro.

Quali altri elementi possono essere omessi dal cv?

Insieme alla religione, ci sono altri elementi che possono essere omessi nel cv perché non sono essenziali per l'ottenimento di una posizione di lavoro.

Tra questi, il proprio orientamento sessuale e lo stato civile: nessuno è interessato a questi due dati e questi due dati non sono fondamentali quando si tratta di assumere un candidato in base alle sue esperienze e alle sue competenze. Un altro dato da omettere è il proprio indirizzo di casa, insieme ai dettagli sullo stipendio richiesto. Data di nascita e genere sono opzionali e così è la foto.

A rigor di logica, omettere dei dettagli sulla propria vita dal cv non vuol dire che automaticamente un datore di lavoro non possa reperirli altrove: chi è presente sui social media deve mettere in conto che un potenziale datore di lavoro possa andare a spulciare i profili dei candidati che reputa migliori, alla ricerca di informazioni più personali.

Ricapitolando

Inserire la propria religione sul curriculum non è obbligatorio; La legge italiana vieta la discriminazione per religione sul luogo di lavoro e in fase di assunzione;

Inserire la propria appartenenza religiosa potrebbe avere dei vantaggi in alcuni casi; E' bene parlare delle proprie usanze religiose in fase di colloquio se queste possono compromettere le attività aziendali;

Se si invia il cv all'estero, le informazioni sulla religione vanno omesse del tutto.

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